Archivio per giugno, 2010


Pochi istanti di sballo si traducono in un danno ingente per il nostro cervello, ma anche per il pianeta. La droga infatti è tutt’altro che “verde”, come dimostra un recente articolo pubblicato sul sito del magazine britannico Slate. L’uso di stupefacenti incentiva commerci e metodi produttivi illegali, che su tutto si fondano fuorché sulla tutela degli ecosistemi naturali. Per scoprire le eco-credenziali di ogni sostanza, occorre conoscerne la provenienza e confrontare i metodi produttivi.

Olio prezioso. Tra le sostanze meno “ecologiche” in circolazione troviamo ecstasy (e MDMA), realizzata con l’olio di sassofrasso (gen. Sassafras), un albero delle foreste pluviali di Brasile e Sudest asiatico. Nel 2008 la Flora and Fauna International, un’organizzazione non governativa per la tutela di piante e animali, ha collaborato con le autorità inglesi al sequestro in Gran Bretagna di 33 tonnellate di olio, per le quali erano stati abbattuti 8 mila alberi in una riserva cambogiana. Il contenuto di questi barili sarebbe stato sufficiente a produrre 245 milioni di pasticche.

Fabbriche di veleni. Particolarmente inquinanti, a causa degli scarichi di laboratorio rilasciati durante la filiera produttiva, anche i derivati di alcaloidi di origine vegetale come efedrina e pseudoefedrina, quali il crystal meth (o “ice”): si calcola che in California tra il 2000 e il 2004, queste droghe abbiano riversato nei canali tra le 1800 e le 3 mila tonnellate di scarichi tossici. Un affare sporco, in cui la maggior parte della materia prima, secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato Americano, proviene da India e Cina.

Fatti più in là. Le cose non migliorano quando si parla di cocaina. In questo caso il problema è l’appropriazione di spazio che queste colture sottraggono a terreni destinati alla foresta. Negli ultimi 20 anni soltanto nella zona delle Ande, si calcola siano stati abbattuti 2 milioni e 400 mila ettari di foreste per far posto alle piantagioni di coca. E con una resa “modesta”, considerando che un metro quadrato di piante basta per appena 6 dosi di coca (23 di eroina se la stessa superficie fosse coltivata a papavero da oppio). Secondo il governo peruviano inoltre, ogni anno 15 milioni di litri di sostanze tossiche – soprattutto diesel e cherosene – finiscono nel Rio delle Amazzoni durante la produzione di pasta di coca. Senza contare che questa non è propriamente una merce “a chilometri zero”, e che le spese di trasporto (via mare, aria, terra) costituiscono una parte importante del bilancio.

Erba invadente. Un metro quadrato di cannabis frutta circa 250 dosi. Ma a dispetto del suo aspetto così “naturale” neanche la marijuana è “verde”. Almeno metà della produzione annua mondiale è infatti coltivata in Messico, dove ha invaso le aree protette delle montagne della Sierra Madre Occidentale. Mentre alcuni coltivatori californiani pur di ricavare spazio per le piantagioni illegali, non si sono fatti alcuno scrupolo a deturpare parte della vegetazione nativa del Sequoia National Park, deviare il corso di fiumi e inquinare il suolo pubblico di un’area protetta con pericolosi additivi chimici.

http://www.focus.it/natura/ambiente/news/26052010-1748-388-se-ti-droghi-fai-male-anche-al-pianeta_.aspx

Per la prima volta un medicinale derivato dalla Cannabis sarà venduto su larga scala in un paese europeo: la Gran Bretagna. Venerdì scorso l’autorità nazionale che vigila sui farmaci ha dato il suo via libera. Da lunedì 21 giugno quindi il Sativex, uno spray fatto con il principio attivo della pianta di Marijuana, è ufficialmente in vendita su prescrizione medica.Lo utilizzeranno in particol

are i malati di sclerosi multipla. La cannabis infatti serve a calmare gli spasmi che colpiscono chi è affetto da questa malattia. I farmaci attualmente utilizzati per calmare i dolori dei malati di sclerosi spesso si sono dimostrati inefficaci. E inoltre hanno molti più effetti collaterali.Il via libera alla commercializzazione del Sativex, prodotto dalla GW Pharmaceuticals e commercializzato dalla tedesca Bayern, viene considerato il primo passo verso la diffusione del farmaco in tutta Europa. Lo spray era già disponibile su ordinazione in Canada e in Gran Bretagna, ma non ancora commercializzato su larga scala nelle farmacie. I prossimi paesi dove sarà richiesta l’approvazione saranno la Spagna, la Germania, l’Italia e la Francia.In Italia è consentito l’uso terapeutico della cannabis, ma solo in alcune province e regioni che hanno aperto alla sperimentazione tra cui Marche e Puglia. La legislazione della giunta guidata da Nichi Vendola è quella più avanzata da questo punto di vista.Nei mesi scorsi infatti la Puglia ha approvato una legge che garantisce la copertura totale delle spese da parte del servizio sanitario per chi voglia utilizzare derivati della cannabis a scopo terapeutico (oltre a persone affette da sclerosi multipla ci sono anche i malati terminali di cancro ndr.).La sperimentazione delle Regioni è nel solco del decreto approvato dall’ex ministro della Salute Livia Turco nel 2007. Il provvedimento apre infatti all’uso terapeutico della Cannabis in Italia inserendo due dei principi attivi presenti nella pianta, il Delta-9-tetraidrocannabinolo ed il Trans-delta-9-tetraidrocannabinolo (Dronabinol) nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere utilizzate nei farmaci. La motivazione è nella comprovata efficacia nella cura di alcune malattie come appunto la Sclerosi multipla.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-06-22/cannabis-terapeutica-farmaco-sativex-approvato-commercializzato-gran-bretagna-144500.shtml?uuid=AYjn1w0B

(AGI) – Roma, 22 giu. – La droga diventa sempre piu’ interattiva: sul web si acquistano sostanze, si vendono farmaci senza prescrizione, si chiedono e si danno consigli su rischi e sugli effetti dell’assunzione. L’allarme e’ contenuto nella ‘Relazione annuale al Parlamento sull’uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2010′, presentata questa mattina nella Sala Stampa di Palazzo Chigi. Negli ultimi anni, si legge nel documento, si sta registrando un sempre piu’ marcato spostamento dell’offerta di commercializzazione di sostanze illecite attraverso Internet.

“Tutto questo”, ha sottolineato il sottosegretario con delega alle Politiche antidroga, Carlo Giovanardi, “costituisce una nuova realta’ da prendere in seria considerazione e sulla base della quale il governo ha attivato strategie e specifici progetti per il controllo e la prevenzione, finalizzati a proteggere le giovani generazioni, molto inclini all’utilizzo delle tecnologie informatiche e quindi maggiormente esposte ai ‘rischi droga’ presenti anche sulla rete”.

Mille bambini uccisi nel 2009, 200mila con ferite permanenti e disabilità, 60mila i minori tossicodipendenti e oltre. Seicento attacchi alle scuole. Per Save the Children è questo il bilancio della guerra in Afghanistan, che “condiziona pesantemente l’infanzia”. Secondo il rapporto del Watchlist on Children and Armed Conflict – un network di organizzazioni umanitarie che si batte contro le violazioni dei diritti dei minori nei paesi colpiti da guerre e conflitti e di cui fa parte Save the Children – “l’Afghanistan è di giorno in giorno sempre meno un paese per bambini”.

“Sono troppi – si legge nel rapporto – i bambini uccisi ‘accidentalmente’ in un raid aereo o in un attentato suicida.

Uccisi deliberatamente mentre vanno a scuola. Feriti a morte e a tradimento da un mina – o orribilmente amputati – mentre giocano, conducono al pascolo il bestiame, raccolgono acqua, trasportano cibo. Venduti dalle famiglie ridotte in povertà, a trafficanti e sfruttatori. Spenti e resi quasi inabili – benchè appena adolescenti – dalla droga”.

“I civili,e fra di essi i minori, sono ormai quotidianamente le vittime principali di una violenza crescente e apparentemente inarrestabile” – ha commentato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children per l’Italia. “In questo contesto, gli sforzi del governo afghano e della coalizione che lo sostiene per garantire la stabilità nel paese e proteggere i bambini dovrebbero crescere in misura esponenziale ma non è così. Anche nel recente vertice di Londra, in cui è stata disegnata la road map in tema di sicurezza, governance e sviluppo economico per l’Afghanistan nei

prossimi 5 anni, non è stata presa in esame alcuna misura specifica per la promozione e la tutela dei diritti dei bambini”.

Le vittime tra i minori

Secondo fonti indipendenti nel 2009 sono stati uccisi 1.050 bambini in attacchi suicidi, raid aerei, in esplosioni di ordigni e di mine, negli scontri a fuoco tra le parti in guerra; oltre 200mila minori sono sopravvissuti ad attacch

i e attentati ma hanno riportato ferite permanenti e disabilità. Spesso informazioni errate da parte dell’intelligence sono alla base di operazioni militari che finiscono con il procurare vittime – innocenti – piuttosto fra i civili che fra i gruppi armati di opposizione. Questi, dal canto loro, attaccano scuole, ospedali, luoghi trafficati e colpiscono deliberatamente i civili per intimidirli e indebolire il governo, nonostante il “codice” talebano stabilisca che debba essere fatto il

possibile per evitare morti di donne, uomini e bambini.

“Finora non ci risulta che alcun talebano sia stato incriminato per crimini contro l’umanità, nonostante la legge internazionale lo preveda, e non è stato ancora messo in piedi un sistema di valutazione e monitoraggio indipendente delle violazioni commesse dalle forze militari governative e internazionali” – prosegue Valerio Neri. “A febbraio 2010 è stata introdotta una legge che garantisce l’amnistia per quei combattenti – compresi quindi molti talebani – che

decidono di collaborare con il governo. Tutto questo evidentemente favorisce un clima di impunità”.

Bambini soldato e prigionieri

Il reclutamento di bambini soldato è documentato sia a carico delle forze di sicurezza afghana, sia dei gruppi

d’opposizione. Nel primo caso molti reclutamenti avvengono in presenza di certificati di nascita imprecisi o inesistenti, in mancanza di verifiche adeguate dell’età e per la crescente domanda di personale fra le forze di polizia e nell’esercito regolare. I gruppi armati di opposizione impiegano bambini soldato per farne dei combattenti, guardie, attentatori suicidi. Il reclutamento e l’addestramento avvengono soprattutto nella zona di confine con il Pakistan. Bambini i

noltre risultano essere stati tenuti prigionieri dalle forze militari internazionali: sono stati almeno 90 i minorenni detenuti fra il 2002 e il 2008.

Traffico e sfruttamentoLa vendita e trasferimento di minori sfruttati poi in attività spesso illegali con il Pakistan o l’Iran è documentata ampiamente e molte sparizioni e rapimenti di bambini in Afghanistan sono collegati al traffico di esseri umani. Talora sono gli stessi familiari, ridotti in povertà, che vendono a reti criminali i propri figli. I minori vengono impiegati come corrieri e spacciatori di droga o di derrate alimentari. Talvolta vengono rapiti dagli stessi sfruttatori e trafficanti, magari nei campi di sfollati interni dove si stima vivano circa 80mila minori. Nel 2009 sarebbero stati oltre mille i bambini impiegati nel trasporto e trasferimento di farina dall’Afghanistan al Pakistan.

Scuole sotto attacco

Nel 2009 in Afghanistan si è registrato il più alto numero al mondo di attacchi alle scuole: 610 contro i 348 del 2008. Incendi, esplosioni di ordigni, bombardamenti, violenze e attentati intimidatori agli insegnanti e dirigenti scolastici, lettere anonime con minacce, gli attacchi sono per lo più opera dei talebani o di gang criminali. Sotto accusa e sotto schiaffo il sistema scolastico governativo e chi se ne fa “complice” mandando i propri figli e figlie a scuola. Sono 7 milioni i bambini afghani iscritti a scuola a fronte di 5 milioni – la gran parte bambine – che ne sono ancora

esclusi.

Salute ai livelli più bassi

L’Afghanistan è il secondo paese al mondo per tasso di mortalità infantile, con 257 bambini con meno di 5 anni morti su ogni 1.000 nati vivi e il paese in cui mamme e bambini stanno peggio al mondo, secondo l’Indice sullo Stato delle Madri di Save the Children. Ancora oggi oltre il 70 % dei parti avviene in casa senza alcuna assistenza specializzata. 1 dottore segue in media 5.500 pazienti. Molto preoccupante è la diffusione e consumo di droga, che a volte riguarda

l’intera famiglia. Si calcolano in 60mila i bambini sotto i 15 anni dipendenti da droga. Inadeguata è l’assistenza e cura dei bambini tossicodipendenti e anche di quelli colpiti da disturbi mentali e psicologici.

Le violenze sessuali

Gli stupri sono una realtà molto diffusa e ne sono vittime donne, ragazzi e bambine. Le violenze se

ssuali sono commesse dai gruppi armati, da gang criminali, da familiari. A causa dei tabù sociali e religiosi che circondano questa sfera, sono poche le violenze denunciate e finora nessun colpevole di violenza sessuale è stato condannato. Anche i matrimoni precoci sono comuni: quasi la metà dei matrimoni riguarda ragazzi e bambine sotto i 18 anni.

Il paese più pericoloso al mondo

E l’Afghanistan si segnala per essere una delle nazioni più rischiose per gli operatori umanitari, soprattutto locali. Nel 2009 sono stati 19 gli operatori di Ong uccisi e 11 le vittime delle Nazioni Unite. L’insicurezza è massima soprattutto nel Sud, Sud Est e in parte dell’ Ovest del paese: qui la guerra tiene in ostaggio centinaia di migliaia di donne, uomini e

bambini, di fatto privi dell’assistenza e aiuti necessari.
“Il bisogno estremo e urgente di protezione dei bambini deve essere una priorità del governo afghano e della Coalizione internazionale che lo sostiene, insieme ad una giustizia efficiente che persegua e punisca i responsabili delle violazioni” – conclude il Direttore Generale di Save the Children per l’Italia.

“Nel concreto Save the Children chiede che venga approntato un piano quinquennale per la protezione dei bambini, con degli obiettivi misurabili, come per esempio la riduzione del numero di attacchi alle scuole. Chiede inoltre che sia messo in opera un meccanismo per le vittime che renda facile la denuncia delle violazioni e accessibile l’informazione sul procedimento in corso. Chiede infine la definizione di criteri chiari e validi ovunque per l’assegnazione di sussidi ai familiari delle vittime della guerra e delle violenze. Il successo degli sforzi di portare la pace in Afghanistan risiede nella nostra abilità di proteggere i bambini di questa nazione. E’ urgente stabilire le giuste priorità per riuscire in questa missione”.

Fonte: Unimondo.org